venerdì 25 ottobre 2013

Incentiviamo il Dialogo

​Carissimi Genitori,
 
​come già anticipato dall'Amico Nicola- Nostro rappresentante -Vi scrivo per discutere tra di Noi una proposta che, qualora dovesse essere condivisa, potrà essere sottoposta alla Dirigenza Scolastica e alle Maestre; infine, se gradita, potrà essere applicata in via sperimentale, salvo poi verificarne, in concreto, la bontà e porvi tutti gli aggiustamenti necessari, per evitare che “la cura sia peggiore del male”.
​Infatti, l'esigenza di scrivere questa bozza nasce, da un lato, per tentare di arginare il fenomeno delle c.d. “punizioni collettive” (quali l'abolizione delle ore di ginnastica, e forse anche della merenda; il divieto di trascorrere la ricreazione in giardino, ecc.), punizioni tanto più odiose e, addirittura, diseducative laddove i bambini non sono stati posti, neppure, in grado di comprenderne i motivi; dall'altro, per tentare di fornire “soluzioni operative” sostitutive della “punizione di gruppo” e/o di altre arcaiche e pericolose punizioni (quali il collocare gli alunni indisciplinati fuori dall'aula), che tengano nel debito conto delle difficoltà oggettive che, quotidianamente, incontrano le Maestre nel mantenere e ripristinare l'ordine e la sicurezza all'interno delle classi.
​E' per questo che, oggi, chiedo il contributo di ciascuno di Voi e le Vostre osservazioni in merito al contenuto della presente e-mail per creare un sistema che, raccogliendo i suggerimenti di tutti, sia largamente condiviso.
​Premetto che il “sistema” che sottopongo alla Vostra attenzione si fonda sui seguenti principi fondamentali ed irrinunciabili: la punizione, per avere una valenza educativa, deve essere giusta e proporzionata al fatto commesso e deve essere percepita come tale e non invece come un premio.
​Ferma la premessa che precede, la proposta è, grosso modo, così articolata:
1) ogni bambino è responsabile, in via esclusiva, di ciò che fa e/o dice;
2) il bambino che vìola la singola regola dovrà scrivere sul quaderno corrispondente alla materia durante la quale si è verificato il comportamento vietato e/o inopportuno, un numero variabile di volte (1,3,5) - a discrezione della Maestra e determinato dalla gravità del fatto - il comportamento che ha determinato la punizione, al fine di memorizzarlo, di riflettere e comprenderne il disvalore;
3) la punizione verrà svolta durante il tempo della ricreazione in quanto essa deve essere realmente percepita come tale e non come cosa premiale (ad es.: il non fare ginnastica è percepito dai bambini pigri come un premio); con ciò si eviterà che i bambini possano addirittura essere indotti a compiere, scientemente, quelle azioni e/o comportamenti inopportuni e/o vietati pur di ottenere la “punizione a loro gradita”;
4) il bambino, attraverso le punizioni scritte sul quaderno, sarà costretto a renderne conto anche alla Famiglia la quale prenderà i provvedimenti che riterrà più opportuni, realizzando così un ulteriore deterrente;
5) le punizioni andranno graduate in base al disvalore di ciascun comportamento; taluni comportamenti, infatti, per la loro gravità saranno idonei a far scattare la sanzione immediatamente (es.: Tizio ha picchiato Caio, oppure Tizio scambiava figurine con Caio mentre la maestra spigava), mentre per i comportamenti decisamente meno gravi (es.: Tizio parlava con Caio, oppure Tizio ha riso in classe) prima di far scattare la sanzione dovranno, necessariamente, essere preceduti da un numero minimo di ammonimenti, deciso dalle Maestre, e che verrà indicato nel testo da scrivere per punizione (ad es.: oggi ho disturbato per 3 volte la lezione di italiano, parlando, ridendo, alzandomi senza motivo, ecc.).
​I vantaggi di questo “metodo sperimentale”sembrerebbero, almeno sulla carta, molteplici, e precisamente:
1) i bambini, finalmente, attraverso la punizione scritta e motivata (chiacchieravo, spingevo, ridevo, ecc.), comprenderanno ciò che non deve essere fatto e/o detto e pagheranno in prima persona le conseguenze, rinunciando a parte della ricreazione;
2) I bambini si eserciteranno a scrivere;
3) I bambini, attraverso l'introduzione del principio della responsabilità individuale, saranno portati quantomeno ad attenuare quel sentimento di ingiustizia e di avversione rispetto alla Scuola e verso la singola Maestra - fanciullescamente rappresentato dai Nostri figli con la nota frase “però la Maestra è cattiva”- sentimento che si è generato allorché i bambini sono stati costretti a rinunziare (cosa, che a quanto mi riferisce mia figlia, accade spesso) alla ricreazione in giardino per fatti che non hanno neppure commesso e per i quali sono stati, invece, ingiustamente puniti collettivamente.
​Rispetto alle Famiglie i vantaggi dovrebbero consistere nella lettura dei quaderni sui quali verranno riportati, come già detto, anche i motivi delle punizioni (ad es.: oggi ho disturbato 3 volte la lezione, chiacchierando, ridendo, ecc.), consentendo di:
1) conoscere meglio il contegno dei propri figli in classe, nei rapporti con le Maestre e con gli altri bambini;
2) conoscere, con esattezza, ciò che realmente accade in classe senza doversi accontentare dei racconti, talvolta fantasiosi, dei bambini o da essi semplicemente mal compresi che, però, a volte sono idonei a creare incomprensioni profonde tra le Famiglie e la Scuola (ad es.: “per punizione non abbiamo fatto la merenda!”, mentre invece magari il personale addetto all'approvvigionamento esercitava il diritto di sciopero);
3) conoscere il motivo della punizione e, qualora non condiviso, parlarne direttamente con la Maestra che l'ha inflitta (ad es.: “sono stato punito perché ho mangiato poco a mensa!”);
4) sostenere l'operato delle Maestre collaborando con le stesse nel far comprendere ai propri Figli, una volta ancora, ciò che non deve essere fatto e/o detto ed il motivo del divieto, creando una continuità educativa tra Scuola e Famiglia;
5) operare un controllo sull'operato delle Maestre e sulle linee educative che vengono perseguite all'interno della Scuola.
​Rispetto alle Maestre i vantaggi dovrebbero consistere nella possibilità di poter disporre di uno “strumento punitivo- educativo” che forse darà loro la possibilità di ottenere:
1) il silenzio e l'ordine attraverso punizioni giuste e proporzionate che riguardano, esclusivamente, chi in silenzio non sta e si comporta male, con ciò evitando che il responsabile dell'azione possa, rispetto ad una punizione che ha riguardato tutti indistintamente, minimizzare e banalizzare il comportamento vietato ed evitando, altresì, che il responsabile medesimo possa crogiolarsi sull'antico adagio del “mal comune mezzo gaudio”;
2) il sostegno delle Famiglie, più consapevoli di ciò che accade in classe, e che a loro volta ammoniranno i propri figli per quello stesso comportamento che ha determinato la sanzione scolastica, con l'effetto di creare un ulteriore deterrente;
3) la “stima” e l'affetto dei bambini i quali non appelleranno più la Maestra “cattiva” per averli puniti anche quando non hanno commesso alcuna infrazione.
​Con riferimento, invece, alle c.d. “punizioni di gruppo” (che personalmente aborro soprattutto quando attuate in maniera ingiusta – rispetto cioè ai fatti minimali - e in maniera totalmente diseducativa sospendendo le lezioni), qualora la Scuola ritenesse di non potervi rinunciare, esse dovranno essere  applicate come extrema ratio, ossia esclusivamente rispetto ad azioni gravi e/o pericolose e a condizione che il motivo ed il disvalore del fatto che le ha determinate sia compiutamente spiegato dalle Maestre e, quindi, compreso dai bambini. Inoltre, per realizzare una qualsivoglia finalità educativa rispetto ad una punizione che, in sé per sé, educativa non è, si dovrà fare in modo di responsabilizzare i bambini affinché in futuro si adoperino, non per fomentare un comportamento che può apparire ai loro occhi ilare (ad es.: tirare il pane a mensa, le pietre, ecc.), ma per inibirlo e magari attivarsi al fine di disincentivare quel comportamento che, attesa la sua gravità e/o pericolosità, sarà idoneo a determinare la sanzione, in via assolutamente eccezionale, nei confronti di tutti. Rimane fermo che il responsabile, ove identificato, dovrà essere destinatario di una sanzione più grave rispetto agli altri al fine di ripristinale l'equilibrio e un minimo di giustizia.  
​Al sistema delle punizioni così delineato abbinerei, altresì, un sistema premiale dal momento che sono fermamente convinta che si ottengono molti più risultati con i premi anziché con le punizioni. Propongo, infatti, l'istituzione del c.d. “Registro Pubblico dei Premi” la cui tenuta spetterà al Corpo Docente collettivamente considerato. Nel “Registro” dovranno essere annotati i premi conseguiti dai bambini (senza eccezione alcuna, nel senso che tutti, e ribadisco tutti i bambini, dovranno ricevere un premio) all'interno di un arco temporale stabilito (ad es. un mese). ​Al fine di valorizzare le singole doti naturali e le caratteristiche di ciascun bambino il premio può avere e, dovrà avere, il contenuto più vario: dal più bravo in italiano in un dato giorno, in matematica, in scienze, in disegno, ecc.; al bambino più attento in un dato giorno, al più ordinato, al più educato, al più simpatico, a quello più veloce nella corsa, al più sensibile, a colui che ha mangiato tutto ed a colui che ha mangiato la coscia di pollo con coltello e forchetta, anziché con le mani; a colui che ha disturbato meno e a colui che si è alzato meno spesso dal banco; a colui che sa soffiarsi meglio il naso; a chi si è adoperato per far fare la pace tra i litiganti, a colui che ha messo l'impegno maggiore, anche a prescindere dal risultato conseguito, e così via.
​Il premio al vincitore potrà, ad esempio, consistere (oltre che nell'applauso, doveroso, da parte dei compagni di classe i quali debbono imparare a gioire dei successi altrui) nel trascorrere 5-10 minuti seduto vicino alla Maestra, in cattedra, a significare che in quel momento il bambino è a sua volta Maestro, è Esempio per tutti, rispetto a quel comportamento che gli ha consentito di essere proclamato vincitore.
​Il fine ultimo di tale “Registro” è quello di incentivare i bambini a tenere comportamenti civili e gentili, applicarsi nella didattica, tenere rapporti rispettosi ed educati tra di loro e con le insegnanti, e ad emulare e ripetere quelle azioni che hanno determinato il conseguimento del premio, per poterlo, a loro volta, ottenere.
​Il messaggio che dovrebbe arrivare ai bambini, valorizzando i loro punti di forza individuali, le loro eccellenze, è nel senso che anche quando non si è i migliori in italiano o in matematica, si può essere i migliori  per sensibilità,  socievolezza, spirito di gruppo, ecc. ecc. ecc.
​In conclusione, il “Registro” vuole tentare di realizzare delle vere e proprie “iniezioni di autostima”, al fine di spronare i Nostri figli a dare sempre il meglio di sé in ogni cosa che fanno.
​Aspetto i Vostri suggerimenti e le Vostre note critiche.
​Buona giornata a tutti Voi, 
Emanuela (mamma di Lucrezia)      

25 commenti:

  1. Buongiorno a Tutte/i
    Premesso che, sentendomi molto vicino alle Teorie di Alfie Kohn autore del libro "Amarli senza Se è senza Ma" dove in sintesi si afferma che [...] uno dei bisogni fondamentali di ogni bambino è di essere amati incondizionatamente. Al contrario sistemi educativi quali punizioni (tra cui mettere in castigo), premi (come rinforzo positivo) e altre forme di controllo inducono i nostri figli a credere di essere amati solo se ci compiacciono o ci colpiscono favorevolmente.
    Ultimamente sta prendendo piede la moda di utilizzare termini alternativi alla parola punizione.
    Una delle parole su cui cade maggiormente la scelta di psicologi e didattici è sicuramente: riflessione.
    Il maestro non ti manda più in punizione ma ti manda a riflettere.
    Ma è davvero la soluzione giusta?
    No, è solo un altro grave errore pedagogico?

    Lo scopo sarebbe quello di non utilizzare la punizione come strumento, ma in maniera funzionale, cioè la punizione come mezzo per far riflettere il bambino su quello che ha commesso.
    In apparenza l’idea sembrerebbe molto bella, ma nasconde in realtà alcuni errori pedagogici, per altro molto gravi .

    Incominciamo con la sostituzione della parola Punizione con la parola Riflettere:
    Il bambino, soprattutto quello della scuola dell’infanzia e delle prime classi elementari, non comprende il significato della parola riflettere e, soprattutto, è molto difficile che sappia mettere effettivamente in pratica la riflessione.
    In realtà il bambino non conosce nemmeno il significato della parola punizione, conosce l’azione della punizione. Cioè, sa, che quando va in punizione (o in riflessione) è qualcosa di spiacevole che avviene dopo un comportamento negativo. Vale a dire che è stata cambiata la parola, ma al bambino non cambia niente, perché se doveva stare fermo 5 minuti seduto su una sedia per punizione, ora starà seduto 5 minuti su una sedia per riflettere. Fatto sta che deve restare seduto su una sedia per cinque minuti.

    Insomma l’idea di un termine alternativo è il tentativo di alcuni operatori di utilizzare uno specchietto per le allodole per i genitori.

    Inoltre risulta grave il fatto dell’associazione che il bambino fa tra la parola e l’azione che ne consegue.

    Mi spiego: se dico al bambino che lo mando in punizione, lui assocerà la parola punizione a quello che gli accadrà di lì a pochi secondi, e cioè una cosa brutta e da quel momento assocerà la parola punizione a qualcosa di brutto. Nel momento in cui la parola punizione viene sostituita con la parola riflettere, sarà quest’ultima ad essere accomunata a qualcosa di spiacevole. Mentre di spiacevole c’è il fatto che una parola bellissima come riflettere verrà percepita con negatività.

    È importante dare ad ogni azione il termine giusto, è importante non cambiare il nome. Si può disquisire se è giusto o no infliggere una punizione, si può discutere su quali siano le punizioni giuste e quelle da evitare, ma non ci si può lasciar irretire da termini ricercati quando si parla di educazione dei nostri figli. E soprattutto non possiamo lasciar spazio alla demagogia e all’ipocrisia di utilizzare spiacevoli eufemismi.

    Una piccola automobile resterà sempre una piccola automobile, chiamandola Berlina, non diventerà un bolide da 300.000 €, resterà sempre e solo una piccola automobile. Chiamarla in maniera diversa è solo un modo per gettare fumo negli occhi, per mitigare la realtà.

    La soluzione? Se proprio vogliamo ritenere importante il fattore di riflessione nella punizione la soluzione è più che semplice: Vai in punizione e rifletti su quello che hai fatto. In questo caso il bambino assocerà il giusto termine all’azione e così punizione avrà il significato di abbandonare ciò che stava facendo per qualcosa di brutto, e riflettere avrà il significato per cercare di capire i suoi errori, ma state certi che nel 95% dei casi il bambino non rifletterà, ma aspetterà con ansia di ritornare a quello che stava facendo.

    RispondiElimina
  2. Premesso tutto questo, comunque sono d'accordo sul metodo indicato da Emanuela da poter proporre per essere discusso e applicato in linea sperimentale. Metodo comunque combaciante con i 18 punti redatti da associazioni di pediatri e pedagoghi che riporto.

    Come devono essere le punizioni

    1. Per prima cosa, le punizioni devono essere finalizzate.
    Lo scopo delle punizioni deve essere sempre educativo: che il bambino capisca la regola, capisca l’importanza di quella regola e capisca la propria responsabilità soggettiva.
    Fa parte dell’educare ai doveri, al rispetto dei diritti degli altri, alla giustizia, alla reciproca solidarietà… È anche importante che capisca di essere non il Padre Eterno (con soverchianti responsabilità e illimitate pretese), ma un bambino in crescita, che ha da imparare i propri diritti e i propri doveri.

    2. Le punizioni devono essere indirizzate a far modificare il comportamento, mai indirizzate verso le emozioni, i sentimenti o le fantasie.
    Noi possiamo modificare il nostro comportamento, per il quale siamo responsabili, ma nulla possiamo sulle nostre emozioni o le nostre fantasie. Sarebbe insensato punire un bambino perché è geloso, o perché è invidioso, o perché si è innamorato, o perché prova odio per un compagno prepotente o ingrato. Dobbiamo insegnargli a gestire le emozioni, non impedirgliele. Le emozioni sono come il colore dell’esperienza: non si può punire uno perché vede giallo, o verde o rosso. Quel che vede, vede. Allo stesso modo, ognuno vive le emozioni che vive. È chiaro che il bambino non può permettersi di buttare il fratellino giù dalla finestra perché ne è geloso o invidioso, ma questo proprio perché sono i comportamenti ad essere in questione, non i sentimenti che ne stanno alla base.

    3. Le punizioni devono essere comprensibili, sia nella loro motivazione (“Ti punisco perché hai fatto questo e quello, che non dovevi fare”) sia nella loro esecuzione (“Per punizione dovrai fare questa cosa” o “dovrai non fare quest’altra cosa”) sia nel loro scopo (“… perché devi capire che quel comportamento non va proprio bene”). È indispensabile, inoltre, che siano dichiarate in modo esplicito come punizioni, altrimenti c’è il rischio che i bambini le possano prendere come eventi insensati o strani.

    4. Le punizioni devono essere immediate. Facciamo un esempio semplice. Un signore sta portando a spasso il suo cane. Ad un certo punto, quello scappa via per i fatti propri. Il padrone lo richiama in modo risoluto, ma invano. Quando il cane ritorna, il padrone, per insegnargli che non deve scappare in quel modo, lo sgrida e lo minaccia con la mano. Nonostante questa “punizione”, è prevedibile che il giorno dopo quel cane scappi di nuovo nella stessa maniera. Perché? Per la non adeguata comprensibilità del messaggio. Quando ritornava indietro, infatti, il cane era tutto contento di ritrovare il padrone e di tornare a giocare con lui: si aspettava di essere accolto in modo altrettanto festante e giocoso. Non ricordava più di essere scappato via né ricordava più le parole di dissenso che avevano accompagnato il suo fuggire di prima. Quando il padrone lo sgrida e minaccia di picchiarlo, lui, semplicemente, non capisce. Pensa che il padrone sia un animale certe volte piuttosto bizzarro, da cui non sai bene cosa ci si debba aspettare.
    Lo stesso vale per i bambini. Bisogna sempre chiarire bene il perché li puniamo, altrimenti rischiamo di essere percepiti come insensati o bizzarri, e le nostre punizioni risultano inefficaci proprio sul piano educativo. Se la punizione è troppo tardiva, il rischio è che il bambino non ne capisca il senso, soprattutto se non glielo si spiega con chiarezza. Più il bambino è piccolo e più sono per lui incomprensibili le punizioni dilazionate, anche quando vengano spiegate ben bene.
    Non è una buona punizione quella del tipo: “La settimana prossima non andrai alla festa della tua amica”. Meglio sarebbe qualcosa del tipo: “Questo pomeriggio non guardi il primo quarto d’ora dei cartoni animati”.
    Cont..

    RispondiElimina
  3. 5. Le punizioni devono essere accettabili. Non devono essere, per esempio, disgustose, crudeli, violente, interminabili, lesive della persona, derisorie. Ma non possono neppure essere impossibili. Non si può pretendere qualcosa che non è possibile a nessuno (come togliere una macchia indelebile, provocata per una sbadataggine sulla maglietta di un compagno); o che non è possibile specificamente per quel bambino (come potrebbe essere una “multa” superiore alle sue – limitate! – “disponibilità finanziarie”); o che superi le sue capacità (come potrebbe essere imporre a un bambino di tre anni: “Dopo cena non vai a dormire fino a quando non hai lavato il pavimento!”).
    La punizione deve essere indirizzata a mostrare al bambino che egli deve perché può tenere un certo comportamento che è adeguato al vivere civile e al suo livello di crescita.
    Cont...

    6. Le punizioni devono essere proporzionate. Ricordo, molti anni fa, di aver avuto a che fare con due genitori che, immancabilmente per ogni inezia, comminavano ai loro tre bambini intere settimane senza televisione. Ogni volta che ci vedevamo, riportavano sempre la stessa musica, arrabbiatissimi perché, nonostante la pesantezza delle punizioni, i loro interventi “educativi” risultavano del tutto inefficaci. Li ho indotti a fare un po’ di conti, e si sono accorti con stupore che, sommando tutte le punizioni ricevute, i bambini avrebbero dovuto rimanere senza televisione per oltre sette mesi e mezzo di fila: uno sproposito. Per mitigarlo un poco, più e più volte erano poi intervenuti con “amnistie”, “indulti” e “patteggiamenti”, col risultato di vanificare tutto il sistema di regole, autorità, responsabilità personale, punizioni e – ciò che più conta – messaggi educativi.
    Il bambino deve sentire che la punizione è – fondamentalmente – giusta. Una punizione sproporzionata suscita una reazione contraria che può inglobare nel rifiuto l’ingiustizia patita e il messaggio pedagogico verso il quale la punizione era indirizzata.

    7. Le punizioni devono essere il più possibile simboliche. La loro efficacia non è proporzionale al loro far male, né fisico né morale. La loro efficacia risiede non nell’entità del danno che procurano alla persona punita, ma nella loro sensatezza e nella loro capacità di mostrare che la legge e l’autorità che l’ha stabilita devono essere rispettate, e che esiste una responsabilità personale delle proprie azioni. È la disapprovazione esplicitata dal fatto stesso di essere punito quella che conta, non il tipo o l’entità della punizione.
    Anche nel mondo degli adulti (cui i bambini devono prepararsi) l’aumentare a dismisura le pene non ha mai scoraggiato nessuno. Anzi: più le pene sono terribili, e più è probabile che per occultare una colpa il reo commetta altri reati, magari più gravi di quello che vuole nascondere.

    8. Le punizioni non devono danneggiare esperienze di vita importanti. Per esempio, non sarebbero buone punizioni quelle che proibissero di andare alla gita scolastica, o al campeggio con gli amici, o alla festa di un compagno, o alla caccia al tesoro, o alla lezione di musica o di pittura, o alle gare di ginnastica artistica, o simili. L’efficacia della punizione non risiede nel fatto che sia bruciante, ma nel suo essere segnale inequivocabile di disapprovazione di un comportamento fortemente inappropriato e indicazione di comportamenti alternativi adeguati.
    Cont..

    RispondiElimina
  4. 9. Per essere efficaci, le punizioni devono essere poche. Una giornata che passa da una punizione all’altra non è vivibile, se il bambino prende sul serio le punizioni. Per poter sopravvivere, è probabile che arrivi ben presto a non prenderle sul serio, così che le punizioni diventano una specie di eventi folcloristici del tutto inutili. Il danno rischia di essere grave, perché quelle che vengono svalutate sono l’autorità e la credibilità dei genitori o degli educatori, cosa che rende difficile (ma non impossibile) ogni successivo recupero.
    Un bambino continuamente punito diventa un bambino disorientato, fondamentalmente ansioso, perché non sa che cosa deve fare o non fare, né sa costruirsi una scala di valori che gli dia una visione prospettica della vita.
    Ma anche un bambino mai punito diventa un bambino disorientato, deprivato di ogni scala di valori, con in più una serie di specifiche difficoltà nei rapporti con gli altri.
    Un bambino che sia, talvolta, anche punito può invece strutturare un senso di sé adeguatamente integrato con le proprie esigenze relazionali e sociali.

    10. Le punizioni devono essere piccole, mai eccessive, e sempre correlate alle capacità (e quindi all’età). L’importante è che siano chiaramente connesse alla regola pre-stabilita, al fatto compiuto (azione od omissione che sia) che trasgrediva tale regola, alla necessità e all’aspettativa che il bambino capisca che nel futuro dovrà cercare di tenere un comportamento adeguato. È chiaro che, come le regole devono tener conto delle capacità comportamentali del bambino e quindi cambiano con l’età, così le punizioni saranno differenti secondo l’età. Per esempio, per un bambino di due anni sarà difficilissimo riuscire a non mettere le scarpe sul divano, mentre un ragazzo di dodici anni ne è perfettamente in grado. Le eventuali punizioni devono tener conto delle differenti capacità.


    11. Nel dare una punizione, si deve indicare sempre le vie di uscita, chiarendo non solo che cosa il bambino deve fare per rimediare, ma accettando anche i tentativi di recupero del senso di sé e della propria autostima che il bambino cerca di compiere. Per esempio, se dice: “Ma non l’ho fatto apposta!” può essere sensato accettarlo, ribadendo però l’intervento educativo. Per esempio, dicendo: “Va bene, non l’hai fatto apposta, però devi imparare lo stesso a non farlo. La punizione ti serve a ricordartelo”.
    Esigere che il bambino chieda scusa a chi ha danneggiato non deve essere presentato come una punizione, ma come l’indicazione di una via per riparare la “rottura” dell’armonia relazionale. Spesso può essere utile spiegare queste cose al bambino: non dobbiamo mai dimenticare che i nostri compiti sono educativi.

    12. Se possibile e sensato (non sempre lo è), è meglio se la punizione è connessa con la riparazione dell’eventuale danno arrecato. Per esempio: “Non devi graffiare il fratellino, perché gli fai male. Adesso per punizione stai seduta sulla sedia per un minuto e mezzo. Poi, per fare la pace, gli dai un bacino. Alla fine, anche io ti darò un bacino, per dirti che tutto è finito e tutto ritorna come prima”.
    Cont..

    RispondiElimina
  5. 13. Compiuta la punizione, l’interazione deve concludersi con la pacificazione e il perdono. “Adesso è finita. Lo so che tu hai capito. So che te lo ricorderai e che cercherai di fare come ti ho detto e di non fare più come avevi fatto”.
    Il bambino deve imparare che è possibile tornare a pieno titolo nel consenso sociale, e che la stima, l’amore e la bontà della relazione intera possono essere ripristinati e rinsaldati, perché in questione non è se lui sia o non sia degno di esistere, ma solo e soltanto il comportamento inappropriato che ha tenuto e quello appropriato che deve, invece, imparare a tenere. Per questo è fondamentale che gli vengano indicate le condizioni perché il suo comportamento possa rientrare nell’ambito di quelli approvabili.

    14. Se possibile, almeno certe volte, l’interazione attivata dalla punizione deve contenere anche un incoraggiamento verso il futuro. Lo scopo, infatti, è che il bambino impari a comportarsi bene, non che sia castigato, né che soffra. La punizione è sempre un mezzo, mai uno scopo.

    15. Le punizioni devono esplicitamente non mirare all’umiliazione. Spesso è inevitabile che una certa quota di umiliazione sia vissuta dal bambino messo in castigo, soprattutto quando viene punito di fronte agli altri (compagni d’asilo o di scuola, fratelli e sorelle, amici e amiche). Ma dovrebbe risultare chiaro, magari dicendolo esplicitamente, che lo scopo della punizione non è che il bambino sia umiliato davanti agli altri, ma solo che capisca bene e impari che cosa deve fare e che cosa non deve fare.
    Particolare attenzione deve essere posta a proteggerlo dall’umiliazione di fronte agli amici, soprattutto all’amico o all’amica del cuore.
    In ogni caso, mai deve essere squalificato con affermazioni perentorie e definitive su di lui e non sul suo comportamento, quali: “Tu sei solo cattivo!”; “Non imparerai mai”; “Finirai delinquente”; “Sei nato per la mia disperazione”; o simili.

    16. Le punizioni non sono una vendetta. Questo punto dev’essere ben chiaro più ancora nel comportamento che nelle parole dell’educatore, altrimenti il messaggio principale che passa rischia di essere diseducativo, qualcosa del tipo: “Quando qualcuno fa qualche cosa che non ti va, fa come faccio io adesso con te: vendicati!”. La punizione, invece, deve essere un provvedimento di un’autorità severa, ma giusta.
    Cont..

    RispondiElimina
  6. 17. In quanto espressione dell’autorità e della giustizia e in quanto richiamo ai doveri e alla responsabilità, le punizioni non devono mai essere contrattate. Una volta stabilite, devono essere portate a compimento. Bisogna pretenderlo, con semplicità e fermezza.
    Inoltre, una volta comminata una punizione, bisogna tener duro, per non mandare messaggi contraddittori che non farebbero altro che creare confusione e discredito proprio su quelle regole e su quell’autorità (e su quell’esigenza di responsabilità da assumere da parte del bambino) che invece vorrebbero valorizzare.
    Anche per questo è necessario essere parchi nel dare punizioni: poche, piccole, simboliche, ma chiare e ben ferme.
    Credo che sia chiaro a tutti che non dobbiamo entrare in circuiti di litigio con i nostri figli: lo spirito educativo (non solo quello attivato al momento delle punizioni) verrebbe gravemente compromesso. Se ci si accorge che si è entrati in un litigio, conviene fermarsi subito: “Stop. Adesso basta. Ne parliamo fra mezz’ora. Adesso sono troppo arrabbiato”. In questo modo, oltre tutto, si dà un buon esempio di come si può fare a gestire adeguatamente la propria rabbia, sospendendo il contatto, per poi riprenderlo non appena ci si è sufficientemente acquietati.

    18. Le punizioni non devono mai riguardare il mangiare, il dormire, le cure della persona e le funzioni vitali in genere. Non è mai il caso di minacciare (né, a maggior ragione, di dare) punizioni del tipo: “Guarda che ti mando a letto senza cena!”; “Se non stai bravo, ti faccio mangiare gli spinaci!”; “Fila subito a dormire, perché sei stato cattivo!”; “Quella parolaccia non la devi dire. Adesso vai subito a lavarti i denti!” (ah, il simbolismo!…); “Adesso stai lì due minuti su un piede solo, senza respirare” (sì sì: succede anche questo…).
    Punire prescrivendo o proibendo funzioni vitali o cure della persona, comprese quelle igieniche, potrebbe favorire delle “fissazioni”, per esempio: sul mangiare (possibili premesse di bulimia o di anoressia); sul dormire (insonnia oppure uso del dormire come modo per “addormentare” conflitti e tensioni); sulle cure igieniche (trascuratezza reattiva o eccessi ossessivi); e, comunque, stati di angoscia diffusi o ricorrenti, che magari ri-esploderanno parecchi anni dopo, apparendo come “insensati” e “immotivati”.
    Grazie a Tutti coloro che sono arrivati a leggere fino a questo punto :-).
    Buona giornata
    Nicola

    RispondiElimina
  7. Non ho bisogno di riflettere per un fine settimana, sono assolutamente daccordo con il metodo proposto da Manuela, soprattutto sottolineo il fatto che standardizzando il metodo, non solo per i bambini, ma anche per le maestre (che dovrebbero parlarsi tra di loro sia per quanto riguarda le punizioni ma soprattutto per quanto riguarda i premi............) lo rendiamo effettivamente valido...............
    mi piace soprattutto il fatto che noi genitori a casa avremo un riscontro di ciò che è avvenuto in classe e poi saremo noi a prendere provvedimenti (se e come lo riteniamo necessario!!!!)
    Ma non pensate che magari le maestre vedano questa nostra proposta come "un'intromissione nella loro didattica............" Anche se noi fossimo tutti daccordo, ma come glielo diciamo?
    Franca

    RispondiElimina
  8. @Franca e Tutte/i
    Lo scopo principale di questa proposta è quello di avere una continuazione di Intenti fra Tutte le Maestre e le famiglie.
    Vi ricordo che per lo stesso motivo lo scorso anno con le Nostre proposte e l'aiuto della Maestra Catia con la Collaborazione Attiva dei Bambini, siamo riusciti a Creare due manifesti con disegni di obblighi e divieti...che ha ottenuto un buon successo con i Ns figli....dei cartelloni su cui è con cui ricordarsi e "Riflettere" COSA SI PUÒ FARE E COSA NO.
    Come avevo detto precedentemente, la Nostra Forza è AVVALORATA dal documento del Patto di Corresponsabilità firmato dove è indicato la Disponibilità delle famiglie a Partecipare al Concetto di Continuità EDUCATIVA perpetrata in Famiglia e a Scuola.
    La Ns DS mi ha pregato affinché siamo Collaborativi e Propositivi per aiutare anche il Buon Lavoro condotto dalle Maestre....segnalare e Superare Insieme....di comune accordo difficoltà e incongruenze che possono nascere.
    Il Lavoro Didattico delle Maestre Giustamente è Tutelato dallo Stato, dalla Scuola e così anche dai Sindacati.....ma in questo caso non lo tocchiamo poiché TUTTI crediamo nel loro operato e nelle difficoltà oggettive....stiamo solo chiedendo che la Scuola adotti insieme a Noi una linea EDUCATIVA comune come scritto sul documento, che si applichi il concetto messo al Bando della stessa Scuola relativo alla Punizione Collettiva, che si ripristinino gli stimoli dell'apertura e partecipazione dei bambini nella Vita Scolastica senza frenarne ed assopire gli istinti, che si mettano al corrente i genitori di eventuali comportamenti non consoni all'ambiente scolastico, non per isolare o PUNIRE il soggetto ma per studiarne e risolvere il Problema....e come prevede la Scuola che si Trovi insieme Scuola, Docenti e genitori formanti una Commissione una "punizione" consona.
    Per i modi e i tempi per Comunicare con le Maestre dobbiamo essere come al solito sinceri, schietti ed aperti al dialogo risolutivo....ricordandoci che I BAMBINI E IL LORO BENE è al centro di Tutto.....le Famiglie, le Maestre e i metodi siamo al LORO SERVIZIO per la Loro Crescita.
    Nessuno ha insito La Verità Assoluta....ma tramite il dialogo di tutte le parti in causa ci possiamo avvicinare.....(temi sempre il lettore di UN SOLO LIBRO).
    Nicola

    RispondiElimina
  9. ciao a tutti,
    ho letto la proposta di emanuela e, con tutta la stima e la simpatia che ho per lei rispondo: NO, ASSOLUTAMENTE NO!!!
    per le seguenti ragioni:

    - la punizione collettiva è un’esagerazione, e mi pare che siamo tutti d’accordo.
    ma istituire un “tribunale del bambino di 7 anni” fatto di premi e punizioni predefinite è rispondere con un’esagerazione ancor più esagerata, sempre a discapito dei bambini.

    - la punizione collettiva è stata attuata da una sola maestra su tante. L’abbiamo redarguita e fine. Semmai bisogna vigilare che la cosa non si ripeta, tutto qui.

    - il metodo scolastico mi sembra già altamente standardizzato, con tutte quelle X che neanche gli analfabeti e le 4 riposte preordinate (pure sbagliate) per raccontino da leggere. aggiungere i premi e le punizioni standard proprio no.

    - nessuno è esente da errori di giudizio (anche le maestre possono sbagliare, l’abbiamo visto)

    - la registrazione e il conteggio di “premi” e “punizioni” potrebbe portare a una strana competizione fra i bambini nel primeggiare nella categoria dei “buoni” o in quella dei “cattivi”.

    - non tiene conto dei momenti particolari che i bambini possono attraversare: cambi di scuola, momenti familiari particolari, passaggi di crescita, interiori (ma vi ricordate com’è essere bambini???), Le punizioni predisposte potrebbero innescare una pericolosa (e triste) reazione a catena nel bambino esacerbando i comportamenti “indesiderati”.

    - ricorda molto la lavagna divisa a metà “buoni e cattivi” e la assai poco simpatica figura del “capoclasse”. cose che dovrebbero essere ormai superate.

    insomma, non partiamo in quarta.
    cerchiamo di avere un po’ di fiducia nelle maestre, che mi pare, in generale, lo scorso anno, se la sono cavata bene e si sono guadagnate l’affetto dei bambini.
    e pure un po’ di fiducia nei bambini, cavolo!
    e in noi stessi come genitori, e nel nostro metodo educativo (ognuno il suo).

    emanuela non me ne volere. capisco perfettamente che ci hai pensato su e che la tua proposta è fatta a fin di bene.
    però considera le ragioni del mio no.

    con affetto,
    laura, mamma di valerio me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Cara Laura, grazie per il tuo contributo. Ovviamente non te ne voglio in quanto io, per prima, sono assolutamente contraria al qualsivoglia tipo di punizioni. Ti basti pensare che in 7 anni Lucrezia è stata punita una sola volta e la punizione è consistita nel non comprarle il cocco in spiaggia per un giorno!!! Aborro le punizioni collettive che, diversamente da quanto Tu possa pensare, sono molto più frequenti rispetto al non fare la ginnastica. Lucrezia, ad esempio, mi ha riferito che spesso la II B non trascorre la ricreazione in giardino proprio in applicazione di punizioni collettive. La circostanza va sicuramente approfondita, ma sicuramente c'è qualcosa di vero. Gli esempi riportati nel testo della proposta non sono campati per aria, ma mi sono limitata a prendere spunto dai racconti di Lucrezia e da bambini che frequentano altre classi con le quali condividiamo alcuni insegnanti. Fermo ciò, dal momento che non condivido affatto che i bambini vengano buttati fuori dall'aula o puniti perché qualcuno ha riso (comportamento da incentivare e non da punire) ho tentato, con i limiti che anche Tu hai evidenziato, di creare una alternativa, perfettibile, per scongiurare il ripetersi di punizioni che non condivido, pur nella stima e fiducia piena che ho accordato ed accordo a tutt'oggi, alle insegnanti. Ed è proprio per tale fiducia che con grande riluttanza ho addirittura acconsentito come extrema ratio alle punizioni collettive. Certo è che non sono affatto contenta che mia figlia trascorra regolarmente la ricreazione in corridoio pur non avendo commesso alcunché. Quindi se la scuola vuole punire, quanto meno punisse i colpevoli. Con riferimento ai premi non ci sarebbe alcuna competizione, ma comportamenti da emulare, ed abilità da sostenere. Chiunque ha delle abilità e le può esternare anche se sta vivendo un periodo difficile in famiglia. Sapersi allacciare bene le scarpe, ad esempio, è una attività manuale che non risente di eventuali situazioni pesanti, mentre senz'altro può incidere sulla didattica. In questo caso, quel bambino avrebbe un premio che potrebbe (fantasticando) magari ridargli la carica. Sono d'accordo con Te, senz'altro, nel prendere del tempo per osservare come evolvono certe situazioni, ma dobbiamo stare attenti a non arrivare a punti di non ritorno. Alcuni bambini, non solo in classe nostra, stanno manifestando insofferenza, con inizio di mal di pancia psicosomatici ed ansia nel frequentare certe ore di lezione. Poniamoci il problema prima: tutto qui! Un bacio Ema

      Elimina
  10. @Laura e tutte/i
    ..Andiamo ai Fatti : dopo aver manifestato la nostra disapprovazione verso i metodi Educativi in privato, in sede di riunione fra insegnanti e genitori e dopo il colloquio con la DS la situazione non mi sembra sia cambiata in meglio, anzi a me sembra ancora più peggiorativa e discriminante. I bambini hanno diritto a 2 ore di Motoria beh la prima è stata fatta...non per tutti naturalmente....ci sono stati bambini che solo perché hanno manifestato la propria gioia....sono stati Rilegati in un angolo per tutta la lezione o buona parte ( puniti per aver manifestato le proprie emozioni)...la seconda che doveva effettuarsi dopo la mensa....è stata trasformata in punizione collettiva per Tutti ( da effettuarsi in classe con il gioco del silenzio...che gioco non è perché l'unica regola è quella di stare zitti anzi come dicono i bambini stare FERMI AD ANNOIARSI ) perchè qualcuno aveva mangiato poco.
    In settimana qualcuno si è ritrovato sul diario una NOTA ( finalmente una comunicazione con le maestre avrà pensato...bene sia in positivo che negativo ) solo che il Testo mi lascia molto perplesso: SONO STATO PUNITO DALLA MAESTRA G. PERCHÉ DISTURBAVO CONTINUAMENTE IN CLASSE GLI ALTRI BAMBINI, HO CHIESTO L'ORA e FACCIO DOMANDE INUTILI.
    Ora questo testo è stato Dettato dalla Maestra in questione al bambino.
    Beh io non sò come avrei reagito alla lettura di una nota simile....secondo voi è saggio far scrivere a un bambino IO FACCIO DOMANDE INUTILI?....dove mettiamo l'amore proprio e l'Autostima che si predica tanto a Scuola? Ricordo che Einstein ha detto "Non esistono domande stupide, ma solo risposte stupide" e io aggiungo ancora peggio Risposte non date o incapacità di interpretare una domanda....io mi sentirei un Fallito se un bambino mi chiedesse l'ora dietro quella domanda c'è un Mondo contro di me...sicuramente darei la colpa ai miei metodi di Intrattenere il bambino che a sua volta ANNOIATO non vede l'ora di andare Via.
    Quindi la situazione attuale è questa....il famoso foglio/gogna NO PALESTRA con i nomi dei bambini in classe ancora esiste....in classe ci sono bambini che costantemente vengono trattenuti in un angolo a RIFLETTERE....( nelle altre classi le terze) vengono addirittura buttati fuori senza possibilità di essere controllati).
    Bambini che se la fanno addosso perché la Maestra VUOLE CHE SI FINISCA IL COMPITO, Merende e ricreazioni saltate perché IN PUNIZIONE.
    Ricordo che lo scorso anno il concetto di Punizione Collettiva era stato NEGATO dalle altre Maestre...( invece esisteva anche per loro) ma grazie a Catia che aveva Ovattato tutto e contemporaneamente eliminato.
    Quest'anno Catia non c'è e il metodo G. ho paura che stia per essere riconsiderato anche dalle altre ( spero di sbagliarmi ) ma ho visto tanta TROPPA solidarietà nelle risposte delle Colleghe.
    Insomma il termine PUNIZIONE, GRIDA, sono le cose più riportate dai bambini....e questo è solo l'inizio.
    Io non dico come Laura....adesso sanno che siamo contrari e aspettiamo...mi sembra tanto il discorso che si faceva per Hitler e poi sappiamo fino a che punto si è spinto.
    Possiamo essere Si contrari ad una Proposta fatta da qualcuno di Noi...ma l'idea è proprio questa....Cosa non ci sta bene, cosa può secondo Noi andar Bene....e cosa PROPONIAMO, non ha senso avere le MANI PULITE E TENERLE IN TASCA. Credo profondamente nella ricchezza che è insita nella circolazione delle idee e nella condivisione delle esperienze e, dunque, ecco qui un nostro contributo.
    Rispetto ai 18 punti da me elencati (punti studiati accettati dai pediatri, pedagoghi e Scuola) che basterebbe il buon senso per applicarle Naturalmente....ma come vediamo ciò non è possibile....riusciamo a trovare delle REGOLE che permettono di farle rispettare?
    NON Vi chiedo di tirar fuori dal cilindro la soluzione....ma un'idea...tante idee condivise...creano una regola.
    Cosa c'è di Buono nelle regole di Emanuela?...cosa non si può assolutamente accettare?
    Buona giornata
    Nicola

    RispondiElimina
  11. cari emanuela, nicola e tutti

    allora, nel frattempo ho parlato con mio figlio.

    la sua versione dei fatti è che le maestre in questione sono due:
    quella di ginnastica, che urla; e che è passata dalle punizioni collettive a quelle individuali, per cui come diceva nicola alcuni dei "vivacissimi" - fra cui valerio - se ne stanno in un cantuccio e non fanno ginnastica.
    e quella di storia geografia e scienze che grida quando i bambini fanno qualche errore. cosa molto grave.
    mi ha detto però che non sono mai stati privati della merenda. e che in giardino ci vanno comunque.
    il resto del corpo insegnanti, almeno a detta di valerio non fa nulla di assurdo.

    quindi, se le maestre sono due, secondo me, con queste due bisogna avere a che dire.

    la mia proposta è: raccogliamo le informazioni dai bambini, vediamo quali combaciano e poi scriviamo una lettera informale alle due maestre.

    che ne pensate?

    ciao

    ps. nicola, scusa ma non ho avuto proprio il tempo di leggere i post con i principi pedagogici...

    RispondiElimina
  12. ho dimenticato di firmare

    laura, mamma di valerio me.

    RispondiElimina
  13. @Laura Emanuela e....Tutte/i (ma ci siete?)
    ..Sgridate, Urla e Punizioni (singole e collettive) sono le New entri di quest'anno praticate a quanto pare dalle nuove insegnanti.
    Forse con questo clima di Tensione si spiega anche il comportamento esterno dei nostri bambini, nei loro giochi insieme ho visto che hanno introdotto il termine punizione ed esclusione nelle loro attività...e forse si spiega anche il Nervosismo manifestato da Lorenzo a casa in questo periodo.
    La maestra G. di Scienze è la stessa di Motoria, mentre la Maestra L. è la sostituta di Catia in Storia e Geografia.
    Ascoltando Più bambini, la merenda avviene Spesso in classe o in corridoio a differenza della II A che esce sempre e in più viene Esaltata SPESSO dalle Maestre come classe Più Buona....e tutto ciò avviene con le rispettive Maestre, che a voce alta fanno sentire Urlando da entrambi le Classi.( allora qui mi sento di dire che malgrado Tutte le raccomandazioni dateci di creare le 2 classi con lo stesso Equilibrio, in Pratica risulta la II B Sbilanciata e peggiorativa...perché non intervengono nel riequilibrare invece di ACCUSARE la classe ?)
    Nota positiva, Sara mi ha detto che il giorno più bello quest'anno è stato quando insieme ad un'altra compagnetta ha aiutato Adam e Lorenzo a fare i Lavoretti...e il puzzle e si è sentita Felice di stare con Loro per così tanto tempo e soddisfatta di averli aiutati e aver Vissuto questo momento ALLEGRO...spero così che il Nuovo Avvento della Maestra di sostegno elimini quell'isolamento che anche per cause organizzative i 2 bambini avevano sofferto in questo primo periodo...e i Nostri bambini finalmente possono Assorbire il VALORE AGGIUNTO che Adam e Lorenzo Offrono Loro.
    Ripensando a freddo su alcune affermazioni da me fatte, e riflettendo sulle parole di Franca, Laura e discutendo con Nella....malgrado la mia Bontà e ingenuità nel pensiero, forse una lettera con scritte delle Regole da noi suggerite ( anche se piene di buoni e giusti propositi) possa risultare come un voler imporre le nostre direttive o accusarle di incapacità di gestione.
    Anche se è Chiaro che Esiste un Problema Grave e se non si ottengono i risultati perché Ignorate dalle Maestre, Credo che l'Unica Persona che può e deve Disporre l'Applicazione del Metodo Comportamentale/Educativo sia la Dott.ssa ANNA MARIA LAMBERTI ( lei rappresenta la Scuola e la stessa deve risolvere il Problema )...quindi un incontro fra Tutti i genitori e la DS sia la Strada Giusta Praticabile per non creare un baratro con le maestre.
    Prima di fare ciò o contemporaneamente, ho pensato ALLA MIA MANIERA una soluzione INSOLITA...UN VIDEO DOCUMENTARIO/TEATRALE dove Tutti i Bambini Recitano una parte sui comportamenti da tenere in Classe e sulle azioni sbagliate da Evitare da entrambi le parti, Bambini e Maestre e con una Promessa di convivenza e Collaborazione in allegria, serenità e Partecipazione.
    La cosa deve risultare SIMPATICA E A SORPRESA, ma contemporaneamente SERIA RICHIESTA D'AIUTO con le parole Semplici e ironiche che solo i bambini sanno fare.
    Cosa ne dite? Forse è una mia solita BIZZARRIA, o forse una soluzione di vincere una Guerra senza usare Armi.
    IL VIDEO LO DAREMO AI BAMBINI E LO VEDRANNO IN CLASSE CON LE MAESTRE.
    Naturalmente io mi prenderò in carico il Tutto..Copione/riprese e montaggio...chi può e volesse darmi una mano .....ben accetto...anzi ACCOLGO A BRACCIA APERTE.
    Ditemi la Vostra Ignoriamo la mia proposta Indolore o la Accogliamo?
    Ps: @ Laura. Premesso che anch'io come Emanuela sono assolutamente contrario alle Punizioni, ma ritrovo comunque in quei 18 punti delle finalità educative semplici e risolutive...e contemporaneamente introducono i bambini in una realtà di Convivenza e Rispetto di se stessi e altrui.
    Conoscendoti per le tue idee credo che le riterrai condivisibili.
    Buona Domenica
    Nicola




    RispondiElimina
  14. Caro Nik, io accolgo la Tua proposta! Buona giornata, Ema

    RispondiElimina
  15. ciao a tutti, io mi attesto sempre sulla lettera informale. magari preceduta da un colloquio con le 2 maestre in questione che se non dovesse sortire risultati sarebbe seguito da lettera informale.

    non mi passa neanche per l'anticamera del cervello di mettere in mezzo le “istituzioni scolastiche”.
    non ho molto tempo a disposizione e quello che ho lo uso - fra l'altro - anche per riempire le lacune di valerio rispetto a scorretto uso delle parole, mancanza di "artisticità", noia mortale ecc. che il metodo didattico delle istituzioni scolastiche genera.

    continuo a dire che, secondo me, poiché il metodo non è creativo né stimolante, ma farraginoso e meccanicamente predisposto, i bambini si annoiano e fanno casino. lo fanno particolarmente quelli più vivaci, ovviamente. agli altri non fanno casino. ma la creatività e la curiosità di tutti i bambini viene mortificata quotidianamente da anni e per anni. non è questione di "queste" maestre.
    per me il problema è a monte. e non vedo VERE risoluzioni di altro genere.
    non è che pretenda che mi diate ragione, però capirete bene che non posso essere d'accordo con le soluzioni che proponete, ferme restando la stima e la simpatia che provo per entrambi voi emanuela e nicola.

    poi scusate, ma anch’io noto che qui siamo in quattro gatti a discutere la cosa...

    comunque - miagolando - sempre roba blanda propongo, colloqui e lettere informali, nel tentativo di semplificare il più possibile.
    l’esperienza mi ha insegnato che più si semplifica e meglio è. questo ovviamente non vuol dire fregarsene.
    la tua idea è interessante nicola, ma se vogliamo fare un film facciamolo su qualche altro argomento, dai (tempo permettendo).
    come ripeto vorrei tentare di sciogliere la questione con la maggiore semplicità possibile.

    un abbraccio
    laura mamma di valerio me.

    RispondiElimina
  16. Ciao a Tutte/i
    Oggi sono stato fermato dalla responsabile del Nostro Plesso Manetti, voleva sapere Novità, cambiamenti e informazioni per quanto riguarda la Nostra Classe relative alla situazione in questione.
    Io ho riferito Tutto ciò di cui stiamo quì a discutere, sembra che sia insostenibile per Buona parte dall'istituto.
    Non siamo solo noi 4 gatti a discutere la cosa ma pare che siano venute fuori cose molto più gravi che altri genitori hanno denunciato seguendo il Nostro stesso iter, direttamente con la maestra, dalla DS e alla responsabile dell'istituto..e forse c'è in corso qualcosa di più.
    Oggi avranno una riunione con la DS per cercare di risolvere a Parole la situazione...anche perché la Scuola è la prima a sentirsi Offesa del comportamento della suddetta.
    Molti genitori...e qualcuno anche della Nostra Classe...chiedeva colloquio Personale con la DS per casi Gravi accaduti....e quindi come vedete....anche tu Laura la semplicità e le parole...per un colloquio da rimandare...e le lettere informali...servono ben poco per determinate persone.
    Per ritornare a ciò che avevo proposto io, non era nulla di aggressivo, anzi, ma se facciamo il processo alle intenzioni...senza conoscere nei particolari il contenuto..evviva la democrazia tanto enunciata....poteva risultare più simpatica della lettera informale o del colloquio con la maestra?
    Se la Scuola è Noiosa...non è che i bambini più vivaci soffrono di più, soffrono tutti alla stessa maniera....ma stà anche a Noi proporre le alternative...o qualche stimolo diverso magari rubando un po' più tempo alle nostre attività.
    Per il rispetto che Nutro per tutti Voi e in particolare con chi ha modo di confrontarsi e rispondere, ripeto che il lasciamo fare e l'attesa si stanno rivelando Pericolose.
    Ben Venga se oggi la Scuola arrivi ad una soluzione definitiva.
    Buona Giornata
    Nicola

    RispondiElimina
  17. Io sono per il dialogo soprattutto quello costruttivo e propositivo. La proposta da me esposta, che per altro si riduce ad una ventina di righe, sarebbe stata discussa oralmente con le insegnati e non notificata dall'Ufficiale Giudiziario o consegnata alla Scuola dai Carabinieri !!! Tutto il restante corpo del testo pubblicato sul Nostro blog attiene alla mie considerazioni ed alla illustrazione compiuta degli scopi che con essa intendevo perseguire; quindi, nulla di particolarmente complicato e comunque da esporre a voce, in piena armonia e serenità, senza interferenze gravi nelle scelte scolastiche e senza alcun intento di prevaricazione e/o imposizione. Mi sono solo attenuta al contenuto del Patto di Corresponsabilità che ho sottoscritto convintamente e che ritengo mi dia il diritto (ed anche il dovere) di confrontarmi con la Scuola laddove vi siano argomenti sui quali discutere e trovare soluzioni (in questo caso non la mia) più consone e comunque condivise. Non mi sembra che i metodi impiegati nell'ambito scolastico, siano stati approvati da tutti, anzi mi consta che essi sono stati aspramente criticati. Allo stato, dunque, attendiamo gli eventi fiduciosi.
    Buona serata, Emanuela Notarangelo

    RispondiElimina
  18. Buongiorno a Tutte/i
    Sono in attesa di conoscere le Notizie relative all'incontro tra la DS e le Maestre ( non so se è già avvenuto ).
    Non ho voglia n'è tempo di scrivere fiumi di parole...ma rilascio il mio pensiero...tramite un mio Video di 40 secondi un pò positivamente polemico, Crudo nelle immagini ( falso scenico..naturalmente), ma vero il contenuto delle Parole....dove Denuncio " IL SILENZIO " come il peggior Male del nostro secolo, malgrado i potenti, immensi e illimitati mezzi di comunicazione e strumenti comunicativi ( parole, lettere, email, blog, siti, foto, video, musica, danza, espressione etc. ) il signor Silenzio comunque IMPERA con la conseguenza che accettiamo passivamente ciò, il NOSTRO mondo venga GESTITO E COSTRUITO DA ALTRI secondo i Loro Interessi....calpestando SPESSO le nostre esigenze e AHIMÈ DURO DA DIGERIRE anche il Nostro Bene più Prezioso..i NOSTRI FIGLI.
    RIFLETTIAMO.
    Buona Giornata
    Nicola
    Sotto il link del video cliccate.
    http://youtu.be/5iN8LeaeOrQ

    RispondiElimina
  19. "Se la Scuola è Noiosa...non è che i bambini più vivaci soffrono di più, soffrono tutti alla stessa maniera....ma stà anche a Noi proporre le alternative...o qualche stimolo diverso magari rubando un po' più tempo alle nostre attività."

    ESATTAMENTE quello che ho detto nel post precedente, nicola.

    abbracci,
    laura, mamma di valerio me.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Carissima Laura
      ..Infatti io non volevo dissentire o dire qualcosa di diverso, l'omologazione e la standardizzazione è palese, proprio per questo mi offro a mia figlia, agli altri bambini e a tutti un modo DIVERSO di comunicare. Può essere più o meno Elegante o Diretto, ma che comunque "esce dagli schemi", un'insolito ALTRO punto di vista, in denuncia di un AIUTO da sfruttare da entrambi le parti in causa.
      Nessuna Maestra si aspetta un CORTO rilassante, Simpatico, Musicale e di denuncia fatta col cuore e con la fantasia, farebbe riflettere e soffermare di più rispetto a una lettera informale.
      E poi comunque sempre per affermare con più forza ciò che dico, sicuramente ci farebbe uscire dall'imbarazzo sia a Noi che alle Maestre di dover discutere del PIÙ O MENO VIVACE da Punire.
      Evidentemente diciamo le stesse cose, solo che se non mi dai il modo di esporti la diversità della mia scelta...quindi parlare di cosa si tratta...si creano incomprensioni...SULLO STESSO PUNTO DI VISTA.
      Con affetto
      Nicola.

      Elimina
  20. Buongiorno a tutti, non entravo nel blog da diverso tempo per cui ho letto tutti i commenti adesso, insieme.......................
    Mi trovo in difficoltà perchè ancora una volta non so niente da Giuliano........... (omerta'? o ritiene poco importanti alcuni comportamenti? o lui non ne è stato vittima? non lo so!!!! e vorrei proprio saperlo e da lui non c'è verso di tirarne fuori niente) mentre dai vostri argomenti e da quelli di altri genitori mi pare che la situazione sia più grave di quanto avessi pensato all'inizio. Che fare allora? Lettere informali, proposta di premi/punizioni singole, aspettare cosa ci comunichera' la DS, video: tutte non male e potremmo essere daccordo più o meno su tutto, ma per accertarci veramente di quello che dicono i nostri figli (non perchè non ci fidiamo, ma è evidente che ciascuno ci racconta la propria versione e a modo proprio), faccio anche io una proposta: un genitore a scuola, un giorno la settimana che si occupa di organizzare per la classe del proprio figlio qualche attività: mi ricordo in qualche film che i genitori presentavano i loro mestieri.
    é chiaro che quel giorno non ci saranno urla o punizioni, ma potrebbe essere la presenza di un osservatore esterno che.................. non so forse la solo presenza lancerebbe messaggi a tutti, maestre e bambini. Caro Nicola, per carità abbiamo tutti pochissimo tempo, io per prima leggo il Blog una volta a settimana, ma forse tutti dovremmo essere informati su tutte queste cose: tu ci informi direttamente, è vero, ma forse anche qualche comunicazione in più via mail sarebbe "facilitante".
    La mia proposta sarà sicuramente molto ingenua.......... ma
    Vabbe' a domani
    Franca

    RispondiElimina
    Risposte
    1. @Franca e Tutte/i
      Non so esattamente da dove partire per rispondere a Franca...credo di non aver capito bene questa frase : .."Caro Nicola, per carità abbiamo tutti pochissimo tempo, io per prima leggo il Blog una volta a settimana, ma forse tutti dovremmo essere informati su tutte queste cose: tu ci informi direttamente, è vero, ma forse anche qualche comunicazione in più via mail sarebbe "facilitante"...".
      Allora metto un po' di ordine e ISTRUZIONI PER L'USO del Blog.
      Ho creato il Blog per cercare di avere TUTTI a disposizione una pagina dove LEGGERE e o DISCUTERE le problematiche delle classi e quindi ognuno di noi mette a confronto comunicazioni che carpisce dal proprio Bambino...verificare quali sono quelle che risultano più veritiere e comuni, e cercare insieme la soluzione.
      Io apro un POST oltre a metterlo sul Blog lo invio SEMPRE anche via email...e poi man mano che ho risposte...in privato, sul blog, via email o altro continuo a POSTARLO....se nessuno risponde, non viene sul blog quindi non partecipa alla discussione che colpa ne ho io?
      Io lo scorso anno ho scritto 870 ( OTTOCENTOSETTANTA) email fra comunicazioni, risposte, alla classe, ai rappresentanti d'istituto, ai rappresentanti delle altre classi, alla Scuola, ai Maestri, ai collaboratori della Scuola etc. etc. Ho intasato anche la posta di molti, qualcuno felice di ricevere le informative, altri che non mi hanno mai letto e mi chiedono comunicazioni A VOCE che naturalmente non mi sottraggo a dare, altri che non avendo il pc....devo comunicare via sms o telefono, e ad altri che DEVO stampare TUTTO e darlo cartaceo....insomma passo TROPPO tempo a parlare e scrivere...che a volte devo sacrificare anche le mie ore da dedicare al sonno.
      Insomma poi quando do un'informazione cerco di raccogliere più informativa possibile...usando tutti gli strumenti di informazione....e a Voi faccio arrivare TUTTO davanti agli occhi...non mi sento di dover fare di più per incentivarvi a LEGGERE E PARTECIPARE.
      Vi avevo spiegato che sul BLOG c'è la possibilità INSERENDO LA PROPRIA EMAIL di RICEVERE DIRETTAMENTE sulla PROPRIA CASELLA, ogni Post e ogni Risposta di aggiornamento che viene inserita ( basta che si va sul Blog a Dx dove c'è scritto..SEGUI TRAMITE EMAIL) senza che sia io a inviarvela direttamente.
      Per quanto riguarda le tue proposte...certamente vanno benissimo...adesso sta a Noi COMUNICARE cosa possiamo fare e come vogliamo dedicare il tempo alla Scuola...io sono sempre disponibile ad aiutarvi a realizzare un Vostro Desiderio.
      Credetemi DI PIÙ NON POSSO FARE, forse potrei con il Vostro aiuto capire dove sbaglio...e migliorarmi.
      Grazie a Tutte/i
      Nicola.

      Elimina
  21. Cari tutti, dopo aver letto i vostri post , vi esprimo il mio pensiero: credo che in assenza di una maestra come Catia che ci ragguagliava in merito agli umori delle maestre e dei bambini, credo sia importante colmare questo "rassicurante"gap cercando di trovare con un'altra insegnante lo stesso livello di comunicazione (e chi meglio di Nicola può farlo?? ) e parallelamente in assenza di questo filo, cercare di creare maggiore complicità con i nostri bambini; la rappresentazione teatrale che suggerivate potrebbe essere utilizzata fra gruppi di bambini, in maniera spontanea, per percepire cosa vivono in classe e come lo vivono. Il sistema regolamentato di punizione, a mio avviso, potrebbe essere interpretato come la necessità di monitorare l'operato delle maestre comunicandogli, fra le righe,una mancanza di fiducia, oltre a rappresentargli un'ulteriore incombenza che non vivrebbero con serenità. In merito alle punizioni collettive, condivisibili o meno, non vi racconto nulla di nuovo dicendovi che sono da sempre una modalità con cui gli insegnanti ricercano nella gestione della classe una sorta di corresponsabilità fra alunni in modo da esercitare un vicendevole controllo, questo, come altri metodi, può avere successo o meno anche in virtù dal carattere dei bambini.
    Porrei altresì l'accento sulla didattica e sulle modalità di insegnamento;alla riunione ho visto in classe 2 cartelloni ?( forse 1); non ho vissuto sensazioni particolarmente positive, come se mancassero stimoli ed entusiasmo (salvo la lezione di musica che reputo ottima). Non sento parlare di gite, visite ad un museo, di laboratori di lettura o di scrittura. Forse mi piacerebbe che si desse un segnale anche in questo senso,mi auguro che condividiate. Finisco comunicandovi è consolatorio (avendo una figlia un pò più grande che ha già fatto questo percorso) riscontrare che la forza dei valori familiari sia determinante per discernere ciò che è giusto da ciò che è sbagliato anche quando ci si ritrova a vivere momenti di disagio in un'istituzione fondamentale per la crescita come la scuola.
    Un saluto a tutti.
    Roberta (mamma di Arianna)

    RispondiElimina
  22. Grazie Roberta
    Certo la tua esperienza come mamma di una bambina più grande che ha già passato queste situazioni è sicuramente molto istruttiva, poiché hai modo di mettere a fuoco situazioni che magari Noi genitori di figli singoli ci troviamo spiazzati. Come sottolinei tu il fatto di non avere una maestra referente ci creerà un sacco di disagio e la comunicazione a tutti i livelli adesso sarà un gravissimo ostacolo...sto seminando AMICIZIA con la Maestra Nadia ( inglese) e diciamo che già a livello Didattico sembra che ha portato notevoli migliorie...sono speranzoso.
    La mancanza di STIMOLI, FANTASIA e PIATTEZZA è una costante che Tutti Noi abbiamo notato..credo che questo sia solo uno stato momentaneo..e che i vari progetti in atto..o meglio in partenza diventino operativi...e qui cercherò di Dare una mano alla Scuola affinché trovino spianata la strada e non si blocchino al primo intoppo Burocratico o Organizzativo.
    Vi chiedo ancora adesso di "Suggerire" nel Post apposito "Colloquio Interclasse" situazioni e progetti Stimolanti. ( io ho già inserito qualche Proposta..venite a vedere a suggerire e condividere o consigliare).
    Spero che con la Ripresa del Dialogo, con l'intervento della DS, con Stimoli Nuovi e la Didattica a Pieno regime...non ci possa più essere Spazio per soluzioni statiche come le punizioni...ma che tutto vada verso un CAOS controllato, produttivo e Creativo.
    Speriamo e Vigiliamo
    Buona giornata
    Nicola

    RispondiElimina