venerdì 25 ottobre 2013

Incentiviamo il Dialogo

​Carissimi Genitori,
 
​come già anticipato dall'Amico Nicola- Nostro rappresentante -Vi scrivo per discutere tra di Noi una proposta che, qualora dovesse essere condivisa, potrà essere sottoposta alla Dirigenza Scolastica e alle Maestre; infine, se gradita, potrà essere applicata in via sperimentale, salvo poi verificarne, in concreto, la bontà e porvi tutti gli aggiustamenti necessari, per evitare che “la cura sia peggiore del male”.
​Infatti, l'esigenza di scrivere questa bozza nasce, da un lato, per tentare di arginare il fenomeno delle c.d. “punizioni collettive” (quali l'abolizione delle ore di ginnastica, e forse anche della merenda; il divieto di trascorrere la ricreazione in giardino, ecc.), punizioni tanto più odiose e, addirittura, diseducative laddove i bambini non sono stati posti, neppure, in grado di comprenderne i motivi; dall'altro, per tentare di fornire “soluzioni operative” sostitutive della “punizione di gruppo” e/o di altre arcaiche e pericolose punizioni (quali il collocare gli alunni indisciplinati fuori dall'aula), che tengano nel debito conto delle difficoltà oggettive che, quotidianamente, incontrano le Maestre nel mantenere e ripristinare l'ordine e la sicurezza all'interno delle classi.
​E' per questo che, oggi, chiedo il contributo di ciascuno di Voi e le Vostre osservazioni in merito al contenuto della presente e-mail per creare un sistema che, raccogliendo i suggerimenti di tutti, sia largamente condiviso.
​Premetto che il “sistema” che sottopongo alla Vostra attenzione si fonda sui seguenti principi fondamentali ed irrinunciabili: la punizione, per avere una valenza educativa, deve essere giusta e proporzionata al fatto commesso e deve essere percepita come tale e non invece come un premio.
​Ferma la premessa che precede, la proposta è, grosso modo, così articolata:
1) ogni bambino è responsabile, in via esclusiva, di ciò che fa e/o dice;
2) il bambino che vìola la singola regola dovrà scrivere sul quaderno corrispondente alla materia durante la quale si è verificato il comportamento vietato e/o inopportuno, un numero variabile di volte (1,3,5) - a discrezione della Maestra e determinato dalla gravità del fatto - il comportamento che ha determinato la punizione, al fine di memorizzarlo, di riflettere e comprenderne il disvalore;
3) la punizione verrà svolta durante il tempo della ricreazione in quanto essa deve essere realmente percepita come tale e non come cosa premiale (ad es.: il non fare ginnastica è percepito dai bambini pigri come un premio); con ciò si eviterà che i bambini possano addirittura essere indotti a compiere, scientemente, quelle azioni e/o comportamenti inopportuni e/o vietati pur di ottenere la “punizione a loro gradita”;
4) il bambino, attraverso le punizioni scritte sul quaderno, sarà costretto a renderne conto anche alla Famiglia la quale prenderà i provvedimenti che riterrà più opportuni, realizzando così un ulteriore deterrente;
5) le punizioni andranno graduate in base al disvalore di ciascun comportamento; taluni comportamenti, infatti, per la loro gravità saranno idonei a far scattare la sanzione immediatamente (es.: Tizio ha picchiato Caio, oppure Tizio scambiava figurine con Caio mentre la maestra spigava), mentre per i comportamenti decisamente meno gravi (es.: Tizio parlava con Caio, oppure Tizio ha riso in classe) prima di far scattare la sanzione dovranno, necessariamente, essere preceduti da un numero minimo di ammonimenti, deciso dalle Maestre, e che verrà indicato nel testo da scrivere per punizione (ad es.: oggi ho disturbato per 3 volte la lezione di italiano, parlando, ridendo, alzandomi senza motivo, ecc.).
​I vantaggi di questo “metodo sperimentale”sembrerebbero, almeno sulla carta, molteplici, e precisamente:
1) i bambini, finalmente, attraverso la punizione scritta e motivata (chiacchieravo, spingevo, ridevo, ecc.), comprenderanno ciò che non deve essere fatto e/o detto e pagheranno in prima persona le conseguenze, rinunciando a parte della ricreazione;
2) I bambini si eserciteranno a scrivere;
3) I bambini, attraverso l'introduzione del principio della responsabilità individuale, saranno portati quantomeno ad attenuare quel sentimento di ingiustizia e di avversione rispetto alla Scuola e verso la singola Maestra - fanciullescamente rappresentato dai Nostri figli con la nota frase “però la Maestra è cattiva”- sentimento che si è generato allorché i bambini sono stati costretti a rinunziare (cosa, che a quanto mi riferisce mia figlia, accade spesso) alla ricreazione in giardino per fatti che non hanno neppure commesso e per i quali sono stati, invece, ingiustamente puniti collettivamente.
​Rispetto alle Famiglie i vantaggi dovrebbero consistere nella lettura dei quaderni sui quali verranno riportati, come già detto, anche i motivi delle punizioni (ad es.: oggi ho disturbato 3 volte la lezione, chiacchierando, ridendo, ecc.), consentendo di:
1) conoscere meglio il contegno dei propri figli in classe, nei rapporti con le Maestre e con gli altri bambini;
2) conoscere, con esattezza, ciò che realmente accade in classe senza doversi accontentare dei racconti, talvolta fantasiosi, dei bambini o da essi semplicemente mal compresi che, però, a volte sono idonei a creare incomprensioni profonde tra le Famiglie e la Scuola (ad es.: “per punizione non abbiamo fatto la merenda!”, mentre invece magari il personale addetto all'approvvigionamento esercitava il diritto di sciopero);
3) conoscere il motivo della punizione e, qualora non condiviso, parlarne direttamente con la Maestra che l'ha inflitta (ad es.: “sono stato punito perché ho mangiato poco a mensa!”);
4) sostenere l'operato delle Maestre collaborando con le stesse nel far comprendere ai propri Figli, una volta ancora, ciò che non deve essere fatto e/o detto ed il motivo del divieto, creando una continuità educativa tra Scuola e Famiglia;
5) operare un controllo sull'operato delle Maestre e sulle linee educative che vengono perseguite all'interno della Scuola.
​Rispetto alle Maestre i vantaggi dovrebbero consistere nella possibilità di poter disporre di uno “strumento punitivo- educativo” che forse darà loro la possibilità di ottenere:
1) il silenzio e l'ordine attraverso punizioni giuste e proporzionate che riguardano, esclusivamente, chi in silenzio non sta e si comporta male, con ciò evitando che il responsabile dell'azione possa, rispetto ad una punizione che ha riguardato tutti indistintamente, minimizzare e banalizzare il comportamento vietato ed evitando, altresì, che il responsabile medesimo possa crogiolarsi sull'antico adagio del “mal comune mezzo gaudio”;
2) il sostegno delle Famiglie, più consapevoli di ciò che accade in classe, e che a loro volta ammoniranno i propri figli per quello stesso comportamento che ha determinato la sanzione scolastica, con l'effetto di creare un ulteriore deterrente;
3) la “stima” e l'affetto dei bambini i quali non appelleranno più la Maestra “cattiva” per averli puniti anche quando non hanno commesso alcuna infrazione.
​Con riferimento, invece, alle c.d. “punizioni di gruppo” (che personalmente aborro soprattutto quando attuate in maniera ingiusta – rispetto cioè ai fatti minimali - e in maniera totalmente diseducativa sospendendo le lezioni), qualora la Scuola ritenesse di non potervi rinunciare, esse dovranno essere  applicate come extrema ratio, ossia esclusivamente rispetto ad azioni gravi e/o pericolose e a condizione che il motivo ed il disvalore del fatto che le ha determinate sia compiutamente spiegato dalle Maestre e, quindi, compreso dai bambini. Inoltre, per realizzare una qualsivoglia finalità educativa rispetto ad una punizione che, in sé per sé, educativa non è, si dovrà fare in modo di responsabilizzare i bambini affinché in futuro si adoperino, non per fomentare un comportamento che può apparire ai loro occhi ilare (ad es.: tirare il pane a mensa, le pietre, ecc.), ma per inibirlo e magari attivarsi al fine di disincentivare quel comportamento che, attesa la sua gravità e/o pericolosità, sarà idoneo a determinare la sanzione, in via assolutamente eccezionale, nei confronti di tutti. Rimane fermo che il responsabile, ove identificato, dovrà essere destinatario di una sanzione più grave rispetto agli altri al fine di ripristinale l'equilibrio e un minimo di giustizia.  
​Al sistema delle punizioni così delineato abbinerei, altresì, un sistema premiale dal momento che sono fermamente convinta che si ottengono molti più risultati con i premi anziché con le punizioni. Propongo, infatti, l'istituzione del c.d. “Registro Pubblico dei Premi” la cui tenuta spetterà al Corpo Docente collettivamente considerato. Nel “Registro” dovranno essere annotati i premi conseguiti dai bambini (senza eccezione alcuna, nel senso che tutti, e ribadisco tutti i bambini, dovranno ricevere un premio) all'interno di un arco temporale stabilito (ad es. un mese). ​Al fine di valorizzare le singole doti naturali e le caratteristiche di ciascun bambino il premio può avere e, dovrà avere, il contenuto più vario: dal più bravo in italiano in un dato giorno, in matematica, in scienze, in disegno, ecc.; al bambino più attento in un dato giorno, al più ordinato, al più educato, al più simpatico, a quello più veloce nella corsa, al più sensibile, a colui che ha mangiato tutto ed a colui che ha mangiato la coscia di pollo con coltello e forchetta, anziché con le mani; a colui che ha disturbato meno e a colui che si è alzato meno spesso dal banco; a colui che sa soffiarsi meglio il naso; a chi si è adoperato per far fare la pace tra i litiganti, a colui che ha messo l'impegno maggiore, anche a prescindere dal risultato conseguito, e così via.
​Il premio al vincitore potrà, ad esempio, consistere (oltre che nell'applauso, doveroso, da parte dei compagni di classe i quali debbono imparare a gioire dei successi altrui) nel trascorrere 5-10 minuti seduto vicino alla Maestra, in cattedra, a significare che in quel momento il bambino è a sua volta Maestro, è Esempio per tutti, rispetto a quel comportamento che gli ha consentito di essere proclamato vincitore.
​Il fine ultimo di tale “Registro” è quello di incentivare i bambini a tenere comportamenti civili e gentili, applicarsi nella didattica, tenere rapporti rispettosi ed educati tra di loro e con le insegnanti, e ad emulare e ripetere quelle azioni che hanno determinato il conseguimento del premio, per poterlo, a loro volta, ottenere.
​Il messaggio che dovrebbe arrivare ai bambini, valorizzando i loro punti di forza individuali, le loro eccellenze, è nel senso che anche quando non si è i migliori in italiano o in matematica, si può essere i migliori  per sensibilità,  socievolezza, spirito di gruppo, ecc. ecc. ecc.
​In conclusione, il “Registro” vuole tentare di realizzare delle vere e proprie “iniezioni di autostima”, al fine di spronare i Nostri figli a dare sempre il meglio di sé in ogni cosa che fanno.
​Aspetto i Vostri suggerimenti e le Vostre note critiche.
​Buona giornata a tutti Voi, 
Emanuela (mamma di Lucrezia)